La verità sorprendente su quanto dovresti avere sul conto corrente per essere tranquillo

Quando si pensa alla tranquillità finanziaria collegata al saldo sul conto corrente, la domanda su quale cifra sia giusta avere disponibile non ha una risposta universale. Infatti, esperti e analisti finanziari concordano che il saldo ideale dipende da molteplici fattori individuali: dal tenore di vita di ciascuno, dalle abitudini di consumo, dal livello di responsabilità familiare, dalla presenza di debiti e soprattutto dalle esigenze personali e professionali. Quindi, prima di fissare una cifra, è fondamentale interrogarsi sulle proprie spese fisse e discrezionali, dal canone d’affitto o rata del mutuo alle bollette, dal trasporto agli acquisti di beni alimentari fino agli imprevisti, come una riparazione urgente o una spesa medica non prevista.

La regola della riserva: il fondo emergenza e la sicurezza

Gli esperti prudenti suggeriscono una soglia di liquidità che copra tra i sei e gli otto mesi delle proprie uscite mensili, considerando sia quelle fisse che le variabili. Questa “regola” ha il vantaggio di offrire una risposta efficace alle difficoltà inattese e prevenire situazioni stressanti dove si è costretti a ricorrere a prestiti o debiti onerosi. Per molti lavoratori autonomi, liberi professionisti o famiglie con figli, possedere un salvadanaio virtuale capiente diventa ancora più cruciale, viste le possibili variazioni delle entrate o le maggiori spese impreviste nel corso dell’anno. Ad esempio, se una famiglia spende mediamente 2.000 euro al mese, sarebbe consigliato mantenere almeno tra 12.000 e 16.000 euro disponibili sul proprio conto corrente per garantire una soglia di serenità finanziaria.

Le soglie fiscali e i limiti di sicurezza

Oltre alle considerazioni personali, in Italia la gestione del conto corrente deve tener conto di alcune soglie normative e fiscali. La prima riguarda la giacenza media annuale sotto i 5.000 euro, che consente di evitare il pagamento dell’imposta di bollo di 34,20 euro annui. Se la giacenza media supera tale soglia, l’imposta si paga; se rimane sotto, si risparmia. Tuttavia, per chi ha una famiglia numerosa o affronta spese elevate, mantenere una giacenza così bassa può risultare difficile, e il risparmio sull’imposta diventa marginale rispetto alla sicurezza offerta da una soglia più alta di liquidità.

Un altro limite fondamentale è quello dei 100.000 euro: si tratta del tetto di copertura per i depositi garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). In caso di fallimento della banca, ogni correntista è tutelato fino a questa cifra. Se si possiede liquidità superiore a 100.000 euro, è consigliabile diversificare tra più istituti per non superare la soglia protetta e ridurre il rischio di perdita in situazioni straordinarie. Inoltre, secondo le regole vigenti, importi superiori a 10.000 euro possono far scattare accertamenti antiriciclaggio, ma non rappresentano di per sé un rischio per il risparmiatore ordinario.

Il denaro liquido: vantaggi e rischi nel tenerlo sul conto

Mantenere un saldo consistente sul conto corrente rappresenta una sicurezza immediata per affrontare le spese quotidiane e quelle impreviste, consentendo anche di cogliere rapidamente opportunità di investimento o offerte vantaggiose, come quelle di conti deposito svincolabili o strumenti finanziari liquidi a basso rischio. Tuttavia, la troppa liquidità non investita rischia di perdere valore a causa dell’inflazione: ogni anno, parte della ricchezza ferma sul conto viene erosa dal potere d’acquisto diminuito. Per questo, una gestione prudente suggerisce di destinare alle proprie emergenze e alle spese immediate la liquidità sul conto, e valutare il trasferimento di quello che eccede tale soglia verso strumenti a basso rischio.

Un saldo ben gestito permette inoltre di evitare costi aggiuntivi imposti da alcune banche se il saldo scende sotto una soglia minima e di non ricorrere a prestiti onerosi. Al tempo stesso, un saldo troppo elevato sul conto corrente non solo espone al rischio di inflazione ma limita il potenziale rendimento che si potrebbe ottenere investendo la parte eccedente in ETF monetari, buoni fruttiferi postali, o altri strumenti sicuri e liquidi.

Case study: diverse situazioni e strategie personalizzate

Ogni situazione finanziaria è unica. Il giovane single che vive in affitto, il pensionato con proprietà immobiliare, la famiglia con figli studenti o il libero professionista stagionale avranno bisogni di liquidità differenti e strategie personalizzate. Ecco alcune varianti pratiche:

  • Single con spese fisse ridotte: può gestire tranquillamente una giacenza media tra 5.000 e 8.000 euro, privilegiando la flessibilità e la possibilità di investire regolarmente parte delle eccedenze.
  • Famiglia con figli: dovrà considerare un fondo d’emergenza più corposo, coprendo almeno sei-otto mesi di spese, aumentandolo in caso di instabilità lavorativa o spese extra previste (es. spese scolastiche, acquisto di automobile, traslochi).
  • Lavoratori autonomi: dovrebbero mantenere liquidità superiore alla media per far fronte ai periodi di minori entrate e a tutte le evenienze professionali, anche superando la soglia esente dall’imposta di bollo.
  • Pensionati: possono permettersi un saldo più ridotto, mantenendo una riserva minima per eventuali emergenze sanitarie e destinando eventuali eccedenze a strumenti a breve termine.

In ciascun profilo, la scelta di mantenere il giusto saldo va affiancata ad un attento monitoraggio del bilancio familiare e delle proprie spese ricorrenti, scegliendo il conto corrente più adatto, privo di costi inutili e in linea con le esigenze di sicurezza e praticità.

Non è da trascurare l’opportunità di riservare una piccola somma di contanti a portata di mano (100-300 euro), utile per pagamenti immediati, piccoli acquisti o necessità fuori casa. Inoltre, la ripartizione delle somme fra casa, conto corrente e strumenti di deposito va valutata con attenzione, tenendo conto anche dei limiti amministrativi sull’uso dei contanti.

Dal 2025, infatti, il limite massimo per i pagamenti in contanti in Italia rimane fissato a 5.000 euro, oltre il quale è obbligatorio ricorrere a metodi tracciabili come bonifico, carta o assegno non trasferibile. Il frazionamento artificioso di pagamenti superiori per aggirare la soglia è vietato e può comportare sanzioni amministrative

. Le norme sui limiti di contante si applicano anche alle donazioni e prestiti tra familiari, ribadendo la necessità di gestire con attenzione la liquidità disponibile anche per evitare rischi normativi o sanzioni
.

Infine, la vera tranquillità non dipende da una cifra assoluta, ma da una visione d’insieme che include la protezione del potere d’acquisto, la gestione informata delle proprie risorse, la capacità di far fronte agli imprevisti e la volontà di far crescere i propri risparmi. Creare una strategia personalizzata, che valorizzi la liquidità necessaria e investa il surplus in modo sicuro e diversificato, è la sola strada per sentirsi finanziariamente sereni nel lungo periodo.

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