Le malattie trasmesse dal sangue rappresentano una delle preoccupazioni sanitarie più rilevanti a livello mondiale sia per la gravità dei quadri patologici che possono scatenare sia per le modalità talvolta silenziose con cui vengono contratte. Il sangue può essere veicolo di una vasta gamma di agenti patogeni, tra cui virus, batteri e, più raramente, parassiti, che oltrepassano facilmente i sistemi di barriera dell’organismo in caso di esposizione diretta. La consapevolezza dei rischi e l’adozione di misure preventive adeguate sono fondamentali per ridurre l’impatto di queste infezioni potenzialmente pericolose.
Le principali infezioni trasmesse dal sangue
L’infettività del sangue umano deriva dalla possibilità che circolino al suo interno microrganismi patogeni, responsabili di alcune delle più gravi infezioni conosciute in medicina. Le patologie più temute e diffuse comprendono principalmente:
- Virus dell’HIV (HIV), responsabile dell’AIDS, che si trasmette attraverso trasfusioni di sangue infetto, uso di siringhe contaminate, rapporti sessuali non protetti e, meno frequentemente, tramite strumenti non sterilizzati per tatuaggi o piercing.
- Epatite B e epatite C, entrambe malattie virali che colpiscono il fegato e vengono trasmesse soprattutto mediante esposizione a sangue contaminato, scambio di aghi o strumenti medici non adeguatamente sterilizzati, oltre che tramite rapporti sessuali non protetti e, in casi limitati, dalla madre al figlio durante il parto.
- Sifilide, infezione batterica causata dal Treponema pallidum, che si diffonde principalmente per via sessuale, ma il sangue può essere veicolo in casi eccezionali.
- Batteriemia ospedaliera: infezioni gravi e spesso letali provocate da batteri multiresistenti come Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa, Enterobacteriaceae (Escherichia coli) e altri, particolarmente rischiose per i soggetti immunodepressi e pazienti sottoposti a procedure invasive ospedaliere.
In aggiunta, in teoria qualunque microrganismo, se presente nel sangue, può essere trasmesso in situazioni di batteriemia o viremia attraverso il contatto diretto tra ferite aperte o tramite puntura accidentale con strumenti taglienti contaminati.
Modalità di trasmissione: come avviene l’infezione
Perché una patologia venga trasmessa per via ematica, è necessario che vi sia contatto diretto fra il sangue infetto e quello di una persona sana o che il sangue penetri attraverso una lesione cutanea o una mucosa esposta.
I principali scenari di rischio includono:
- L’utilizzo condiviso di aghi e siringhe, in particolare fra persone che fanno uso di sostanze stupefacenti.
- L’uso di strumenti non sterilizzati per tatuaggi, piercing e procedure mediche o odontoiatriche.
- Il personale sanitario, a rischio potenziale per esposizione a ferite accidentali durante il trattamento di pazienti infetti o nella gestione di materiale biologico potenzialmente contaminato.
- Trasfusioni di sangue o emoderivati non sottoposti a screening rigorosi.
- Rapporti sessuali non protetti comportano rischio anche per quei virus e batteri trasmissibili sia per via sessuale che ematica, attraverso il contatto con microlesioni.
Va sottolineato che è sufficiente una quantità di sangue anche minima, se contenente il patogeno, per causare infezione. I rischi si riducono notevolmente grazie ai progressi sia nelle procedure di screening del sangue donato sia nei metodi di sterilizzazione.
Prevenzione: come difendersi dalle malattie trasmesse dal sangue
La prevenzione rappresenta la strategia più efficace contro le infezioni ematiche e si basa su diversi livelli di intervento. Ecco i pilastri fondamentali:
- Adozione di comportamenti sicuri: evitare la condivisione di aghi, siringhe, rasoi e strumenti per la cura personale che possano entrare in contatto con sangue potenzialmente contaminato.
- Sicurezza nelle pratiche mediche e nella body art: assicurarsi che tutti gli strumenti vengano sterilizzati secondo protocolli rigorosi o che siano monouso.
- Uso del profilattico durante i rapporti a rischio, riducendo così il rischio sia di malattie a trasmissione sessuale sia di infezioni trasmesse dal sangue.
- Screening accurato di tutte le sacche di sangue donato e degli emoderivati, secondo rigorosi criteri definiti dalle autorità sanitarie, con l’introduzione di test di ultima generazione per la ricerca di virus e batteri.
- Vaccinazione: esiste un vaccino efficace per l’epatite B che garantisce un’ottima protezione soprattutto per personale sanitario, neonati, soggetti ad alto rischio e viaggiatori.
- Educazione e informazione: sensibilizzare le categorie a rischio e la popolazione sui pericoli di determinati comportamenti e sull’importanza della prevenzione, attraverso campagne educative e promozione della salute.
- Dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario, inclusi guanti, occhiali di protezione e la gestione corretta dei materiali taglienti.
Un ruolo cruciale è svolto inoltre dalla diagnosi precoce, che permette di identificare i soggetti portatori prima che possano diffondere ulteriormente la patologia, specie tra i donatori di sangue.
Il rischio ospedaliero e nel contesto sanitario
L’ambiente ospedaliero presenta rischi specifici sia per i pazienti, in particolare quelli immunodepressi o sottoposti a terapia intensiva, sia per il personale sanitario. I batteri come Acinetobacter baumannii e Pseudomonas aeruginosa spesso causano infezioni nosocomiali molto difficili da trattare, a causa della resistenza agli antibiotici. Questi microrganismi possono essere trasmessi tramite aghi, cateteri, strumenti chirurgici e perfino attraverso le mani del personale non adeguatamente igienizzate.
Le precauzioni raccomandate includono:
- L’adozione sistematica di protocolli di sterilizzazione e disinfezione.
- L’utilizzo di materiale monouso dove possibile.
- Il rispetto delle buone pratiche igieniche e la formazione continua per il personale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea l’importanza di segnalare e tracciare i casi di infezioni correlate all’assistenza per
limitare la diffusione all’interno delle strutture.
Infine, è essenziale mantenere alta l’attenzione anche in situazioni di vita quotidiana: ad esempio, chi assiste un familiare con ferite o patologie infettive dovrebbe usare guanti e adottare misure di precauzione per impedire il contatto con sangue o secrezioni corporee. Solo l’insieme di questi comportamenti permette di abbattere drasticamente il rischio di trasmissione delle malattie ematiche nella società.